FLOReal d'autunno alla Palazzina di Stupinigi

 Nel weekend torna alla Palazzina di Caccia di Stupinigi FLOReal, che tanto successo aveva avuto nella prima edizione, nella stessa location. Nella tre giorni, dal 7 al 9 ottobre 2022, la mostra florovivaistica, con vivaisti provenienti da ogni parte d'Italia, sarà accompagnata da un ricco palinsesto culturale. Presentazioni di libri e conferenze, proiezioni di cortometraggi e documentari, performance teatrali, mostre, laboratori e un ampio spazio dedicato alla gastronomia, con un filo comune: la natura e la sostenibilità. La mostra propone colori e profumi dell'autunno, "dal fiore più amato, la rosa, agli agrumi siciliani, le orchidee dalla Lombardia, e ancora piante succulente e carnivore, orchidee, tillandsie, piante acquatiche e rampicanti, aromatiche e tropicali, oltre a diverse tipologie di bonsai. Piante da appartamento, da secco e da sole intenso, da ombra, fioriture annuali, bulbose e graminacee. Non mancheranno varietà più stagionali come le viole, i ciclam

Torri a Torino, i progetti degli studenti per la Città della Salute

Quando studiavo Architettura, Erasmus era agli esordi e proponeva corsi solo in Germania e nel Regno Unito, non c'era Internet, Autocad era agli albori (pochissimi di noi sapevano usare il computer) e non c'erano i social. A vedere un progetto come il Laboratorio Didattico organizzato dal Dipartimento di Architettura e Design della mia antica Facoltà, con la collaborazione di la Repubblica, un po' di sana invidia per gli attuali studenti di Architettura viene naturale.

Per tre mesi, un gruppo di sessanta studenti, guidati dal professor Giovanni Durbiano, ha elaborato una serie di progetti per l'area della Città della Salute, interrogandosi su eventuali nuove torri e rendendo i lettori di la Repubblica partecipi alla progettazione. L'area in cui verrà costruita la Città della Salute, in zona Lingotto, accanto al grattacielo costruito da Massimiliano Fuksas per la Regione Piemonte, è stata scelta dagli studenti tra le quattro in cui è possibile costruire nuove torri (le altre tre sono Porta Susa, accanto al grattacielo di Intesa San Paolo, Spina 1, di fronte all'igloo di Mario Merz, e piazza Mirafiori). La cosa interessante di questo progetto è che il laboratorio non si è limitato a elaborare progetti avulsi dalla realtà, per il gusto dell'architettura pura, come succede in genere, ma si è interrogato sulla loro reale utilità e ha permesso agli studenti di confrontarsi anche con la realtà, oltre che con l'architettura astratta e difficilmente realizzabile. Così nel progettare una torre hanno dovuto interrogarsi anche sui finanziamenti che sarebbe stato possibile raccogliere, sulla sua reale utilità in rapporto con i costi, sulla sua capacità di entrare nell'immaginario cittadino. Anche per questo il rapporto con i lettori di la Repubblica è stato molto importante.

Insieme, studenti e lettori, si sono interrogati sul tipo di strutture da progettare: tante torri, per lasciare molto spazio libero al verde e alle attività pubbliche, o poche torri, per un'edilizia più diffusa nel lotto considerato? Densificazione o dispersione? Come scrive il professore Durbiano nei suoi interventi su la Repubblica. E poi, quale forma dare alle torri, quali rapporti tra i vari edifici necessari alla Città della Salute, siano essi gli ospedali veri e propri o i residence per gli studenti e per i familiari dei malati?

Il continuo rapporto con i lettori ha permesso di individuare diverse ipotesi di lavoro, ricordando anche la storia di Torino: gli isolati, la centralità della piazza urbana, la piastra verde, la città villaggio. Alla fine del laboratorio, sono stati elaborati 18 progetti che potranno essere votati dai lettori sulla pagina Facebook di la Repubblica.

Ma, avverte Durbiano sulle pagine del quotidiano, "la scelta non va posta sulle dotazioni che i progetti offrono, ma sugli immaginari che innescano. I progetti sono un insieme di disegni, testi e numeri che definiscono un contratto tra una serie di attori coinvolti nella trasformazione. Definiscono come le torri stiano in piedi, quanto verde sia pubblico, a quanto ammonti il costo dell'intervento, e così via. Nel gioco della scelta del progetto più bello si dovrà quindi, per necessità, dare per assunte tutta una serie di variabili che scontate non sono affatto. E confinare i criteri della scelta dentro la seduzione di un racconto ridotto a una sola immagine. E' un gioco duro, perché appiattisce un prodotto complesso a una sua unica rappresentazione iconica. Ma questa durezza non è una caratteristica della sola arena di questo Laboratorio, spesso è costitutiva del dibattito pubblico sulle architetture. Tentare di giocare alla partecipazione pubblica nel progetto di trasformazione urbana comporta, per i progettisti, la scelta di ridurre il racconto di progetto a una sua versione contenibile nei canali di comunicazione dati (e quindi l'immagine singola); ma anche, per chi valuta, la consapevolezza che il progetto non è interamente contenuto in quella immagine. E che tanti e diversi sono i luoghi in cui prendere posizione. Questa articolazione dei luoghi della decisione è una degli aspetti essenziali della democrazia contemporanea. E il suo rispetto, da parte di progettisti amministratori e cittadini, costituisce una presa di posizione politica".

E non so, al leggere di queste proposte, al vedere le implicazioni che hanno nella nostra vita, allo scoprire l'idea e l'immagine di una città dietro un progetto, mi appassiono all'Architettura, come mai mi è successo in Facoltà. Se volete partecipare a questo gioco, scegliendo la possibile immagine futura della Città della Salute, non perdetevi neanche il blog, Torri a Torino, in cui il Laboratorio Didattico è stato raccontato. Si capisce perché sento una sana invidia per i giovani studenti contemporanei di Architettura?

Le immagini appartengono alla gallery messa a disposizione da la Repubblica, al link già indicato. Se posso dirlo, il mio progetto preferito è il numero 14, per l'originalità delle torri, che mi fa pensare a Madrid, per gli ampi spazi a verde e per i tetti a prato, che mi fanno pensare alla Scandinavia, per il cielo grigio scelto, che mi sa di Ardenne, per il contrasto tra cielo ed erba, che mi fa pensare all'Irlanda. Ed è Torino.


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