FLOReal d'autunno alla Palazzina di Stupinigi

 Nel weekend torna alla Palazzina di Caccia di Stupinigi FLOReal, che tanto successo aveva avuto nella prima edizione, nella stessa location. Nella tre giorni, dal 7 al 9 ottobre 2022, la mostra florovivaistica, con vivaisti provenienti da ogni parte d'Italia, sarà accompagnata da un ricco palinsesto culturale. Presentazioni di libri e conferenze, proiezioni di cortometraggi e documentari, performance teatrali, mostre, laboratori e un ampio spazio dedicato alla gastronomia, con un filo comune: la natura e la sostenibilità. La mostra propone colori e profumi dell'autunno, "dal fiore più amato, la rosa, agli agrumi siciliani, le orchidee dalla Lombardia, e ancora piante succulente e carnivore, orchidee, tillandsie, piante acquatiche e rampicanti, aromatiche e tropicali, oltre a diverse tipologie di bonsai. Piante da appartamento, da secco e da sole intenso, da ombra, fioriture annuali, bulbose e graminacee. Non mancheranno varietà più stagionali come le viole, i ciclam

Quando c'era l'industria pesante, al posto del Parco Dora

Mi impressiona sempre moltissimo vedere le fotografie di qualche decennio fa dell'attuale Parco Dora: un paesaggio industriale da fine Ottocento in pieno XX secolo, con le architetture pesanti, le ciminiere, i binari per i trasporti interni e verso l'esterno. Vengono in mente le industrie pesanti tedesche, lo stile di vita degli operai inglesi, ricordato in tanti romanzi britannici. Impressiona soprattutto la convivenza tra la città e le sue attività produttive più inquinanti. Erano solo pochi decenni fa e sembra passato un secolo: è cambiata la nostra sensibilità verso l'ambiente e verso la sostenibilità delle nostre attività economiche, è cambiato lo stile di vita occidentale, che non si basa più sull'industria pesante e chissà verso quale modello sta andando (ieri Rai News ha proposto un interessantissimo servizio sulla società prossima ventura in cui i robot e le macchine realizzeranno la maggior parte del lavoro e gli esseri umani avranno più tempo: per cosa e con quali sistemi economici di sopravvivenza? Questa la sfida del futuro).


In quest'area, che sorge adesso accanto alla Spina 3 e che fino a pochi anni fa era separata dal centro e dai quartieri orientali dirimpettai dalla ferrovia, c'erano gli alti forni della Fiat, la Michelin, le Officine Savigliano, tutte industrie dell'acciaio senza le quali l'economia cittadina non sarebbe sopravvissuta. Io ricordo, le rare volte che passavo su corso Mortara, l'impressione di essere in un brutto film della grande periferia operaia americana: le ciminiere con il fumo e il grigio sembravano non essere Torino e percorrere via Livorno, con le industrie su un lato e sull'altro era un'esperienza singolare. Un'impressione che mi piace come è raccontata dall'utente Censin, su skyscrapers.com: "Il fumo! Era la dominante di tutta l'area delle Ferriere, quel fumo denso, che copriva il sole (la prima volta che arrivai nella zona, era a maggio del 1964, arrivando col tram 14 improvvisamente il sole, che splendeva in quel giorno sereno senza nuvole, imboccando corso Mortara si era improvvisamente eclissato, lasciando il posto a quella "fumana" spessa); ben visibile dalla collina, dal Monte dei Cappuccini come dal colle della Maddalena, la "nuvoletta" eternamente stagnante in quel posto.."

Nessun altro quartiere torinese è stato così pesantemente segnato dall'industria pesante, sia Mirafiori, nato intorno alla grande fabbrica operaia per eccellenza, la Fiat, sia Barriera di Milano, la cui struttura è stata condizionata dalla presenza degli stabilimenti (e mi ricordo che da bambina sapevo che era mezzogiorno grazie alle sirente delle fabbriche dei dintorni, in Barriera). Erano altri tempi, un'altra cultura, un altro modello sociale.

Parco Dora Parco Dora

Era il XX secolo, molti di noi lo ricordano, e adesso, in un'altra sensibilità economica, sociale e ambientale, c'è uno dei Parchi più belli della città, un gioiellino che la città dovrebbe curare e terminare, per trasformarlo in una vera e propria attrazione turistica: là dove vedete il verde e le case, c'era l'industria pesante di Torino.


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