Una delle grandi attrazioni della
Reggia di Venaria Reale è il
Bucintoro, conservato nella grandiosa
Scuderia Juvarriana. Se visitate la Reggia per la prima volta,
comprate il biglietto che lo include perché è un tesoro davvero
prezioso, l
'unica peota veneziana da parata arrivata a noi dal Settecento. Appare al centro della grande navata, appena più in
alto del visitatore e sapientemente illuminata, in modo che la luce
piova dall'alto sulle sculture dorate, i velluti rossi, la magnifica
vela a strisce bianco azzurre e le bandiere regali.
Il gruppo
scultoreo di prua, che accoglie il visitatore, rappresenta
Narciso,
che si specchia nelle acque, affiancato da due vecchi che gettano
acque da otri e che simboleggiano
il Po e l'Adige; a poppa ci sono
invece
due magnifici cavalli marini cavalcati da putti. Il
tiemo, la
cabina che al centro dell'imbarcazione accoglieva gli ospiti reali,
ha 10 deliziose finestrelle, 5 per lato, separate da decorazioni
dorate; all'interno i velluti rossi si alternano a tavole dipinte,
che ricordano episodi della storia sabauda. Alla realizzazione del
Bucintoro dei Savoia hanno lavorato le
migliori menti del Settecento
veneziano: lo scafo di quercia è stato costruito dai carpentieri più
esperti della Laguna, le decorazioni sono state curate da
Matteo
Calderone, che aveva lavorato anche al
Bucintoro dei Dogi.
Alcuni
scalini permettono al visitatore di arrivare
allo stesso livello
della peota, che appare appoggiata su una lastra di vetro, a imitare
l'acqua; si può camminare
lungo la sua fiancata a distanza
ravvicinata, in modo da ammirare da vicino
le decorazioni e i velluti
del tiemo. L'allestimento permette così di vedere l'imbarcazione da
diversi punti di vista: dal basso appare in tutta la sua imponente
regalità, dallo stesso livello mostra i dettagli raffinatissimi
della sua decorazione.
Se
farla costruire a Venezia, negli stessi
cantieri che servivano i Dogi, poteva essere una
buona idea, portarla
a Torino, lungo il Po, all'epoca navigabile fino al Ducato di Savoia,
fu quasi un'
avventura epica. Il
lungo viaggio della peota iniziò il 2
agosto 1731 e fino a Pontelagoscuro, il porto di Ferrara, alternò la
navigazione in Laguna con il trasporto via terra, lungo i canali
endolagunari; ad accompagnare il Bucintoro c'erano due imbarcazioni,
che trasportavano anche le statue dorate della decorazione,
debitamente imballate; a guidare la spedizione il frate agostiniano
Brunello. Tra giorni di navigazione e notti per il riposo, tra i
controlli rigorosi delle
guardie doganali degli Stati rivieraschi, la
peota
arrivò a Torino un mese dopo, il 2 settembre 1731, e iniziò
la stagione del suo splendore, tra
feste e navigazioni lungo il fiume
cittadino. Venne donato poco più di un secolo dopo ai Musei
Civici da
re Vittorio Emanuele II, trasferito ormai a Roma.
La sua
storia e quella del suo trasferimento a Torino potete leggerla su
www.barchedepocaeclassiche.it.
Dopo un lungo restauro, finanziato dalla
Consulta per la
Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, è adesso
nella Scuderia Juvarriana della Reggia di Venaria Reale. Lungo 16
metri e largo appena 2,50, è
l'immagine della magnificenza del
Settecento.
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