FLOReal d'autunno alla Palazzina di Stupinigi

 Nel weekend torna alla Palazzina di Caccia di Stupinigi FLOReal, che tanto successo aveva avuto nella prima edizione, nella stessa location. Nella tre giorni, dal 7 al 9 ottobre 2022, la mostra florovivaistica, con vivaisti provenienti da ogni parte d'Italia, sarà accompagnata da un ricco palinsesto culturale. Presentazioni di libri e conferenze, proiezioni di cortometraggi e documentari, performance teatrali, mostre, laboratori e un ampio spazio dedicato alla gastronomia, con un filo comune: la natura e la sostenibilità. La mostra propone colori e profumi dell'autunno, "dal fiore più amato, la rosa, agli agrumi siciliani, le orchidee dalla Lombardia, e ancora piante succulente e carnivore, orchidee, tillandsie, piante acquatiche e rampicanti, aromatiche e tropicali, oltre a diverse tipologie di bonsai. Piante da appartamento, da secco e da sole intenso, da ombra, fioriture annuali, bulbose e graminacee. Non mancheranno varietà più stagionali come le viole, i ciclam

Al Museo Accorsi-Ometto, scrigno prezioso delle arti decorative

Che il Museo Accorsi-Ometto non sia di quei Musei che si confonderanno poi nel tempo, lo si capisce sin dal suo ingresso, in un bel cortile torinese, in bianco e giallo, con statue e decorazioni di gusto classico e la Mole Antonelliana, a chiudere la vista. Poi, una volta saliti al piano superiore, si entra in un mondo raffinatissimo, dotato di un'estetica che è oltre tutte le tendenze e tutte le mode.


Pietro Accorsi era uno dei più apprezzati antiquari italiani. Negli anni 50 aveva acquistato l'elegante palazzo patrizio di cui suo padre era stato portinaio e lo aveva trasformato in una sorta di suo negozio, ricevendo la clientela tra mobili e capolavori di altre epoche, raccolti con gusto e intuizione nelle più importanti aste del mondo e nei mercatini più sconosciuti. Alla sua morte, il palazzo è stato trasformato, per suo volere, in un Museo, affinché la sua straordinaria raccolta non andasse perduta; a gestire il Museo c'è la Fondazione, il cui legato è stato stabilito dallo stesso Accorsi. Il presidente della Fondazione Accorsi è Giulio Ometto, che fu per decenni il braccio destro dell'antiquario, che continua oggi il suo lavoro di ricerca in aste e mercati, arricchendo la collezione di nuovi oggetti, che veglia sul Museo come un padre (durante la visita lo abbiamo incrociato con un'assistente, mentre stavano sistemando alcuni oggetti, dopo averli spolverati, e, sorridente, ci ha chiesto se andava tutto bene).


Il percorso museale si apre tra tabacchiere, argenti e cineserie che colpiscono per l'eleganza e per i dettagli. L'allestimento gioca molto con il barocco sentimento della meraviglia, per cui non anticipo tante sensazioni che si proveranno nei vari ambienti, arredati con mobili, oggetti, quadri e arazzi di grande bellezza. Tengo per me la sorpresa dei grandi servizi di porcellana di Frankethal e dei magnifici colori, la meraviglia della sala da pranzo, con la raffinatissima carta dipinta a temi cinesi, il fascino incredibile della cucina, con decine di pentole e oggetti di rame appesi alle pareti, il grande camino, il solido tavolo di legno e il magnifico arazzo, davvero bello come pochi. Il Museo Accorsi è famoso per conservare il mobile più bello del mondo, un doppio corpo realizzato da Pietro Piffetti, che da solo varrebbe la visita (ma, onestamente, pensandoci bene, non c'è sala del Museo che da sola non varrebbe la visita). Si susseguono vari saloni, in stile Luigi XVI e XV, tutti dotati di mobili e soprammobili raffinatissimi: trumeau, vasi, porcellane, orologi, quadri, un magnifico fortepiano ancora funzionante, nella sala della musica. La collezione di Accorsi rivela una certa passione per il Settecento, raffinato e aristocratico. Quindi ci sono le eleganti camere da letto di Pietro Accorsi e di sua sorella, portati dalla villa Paola, in cui vivevano. La camera di Pietro conserva ancora alcuni lavori di Pietro Piffetti, quella della sorella cambia totalmente genere e porta in un clima veneziano di grande fascino: i suoi mobili costituiscono una delle più importanti raccolte di arredi originali veneti.


Il Museo Accorsi non lascia indifferenti, per l'estetica che propone, per il mondo gentile e raffinato che descrive, per il gran numero di tesori che custodisce, per questa atemporalità che sa raccontare, nonostante si basi sull'acquisizione di oggetti del passato (forse perché il buongusto non è una questione di epoche, ma di cultura, rapporti, conoscenza). Non lascia indifferenti neanche l'idea che a Torino si possa avere un tale gioiello e valorizzarlo così poco nelle descrizioni turistiche della città.


La visita al Museo è solo guidata, a cadenza oraria. E, credetemi, è davvero un bene avere un esperto che guidi in mezzo a tanta bellezza: senza le sue spiegazioni si perderebbero tanti elementi, che aiutano a ricostruire non solo l'evidente bellezza della collezione, ma anche la personalità di Accorsi, che ha dedicato tutta la sua vita a raccogliere e collezionare oggetti e arredi di così grande prestigio.

Il Museo Accorsi-Ometto è in via Po 55; l'orario di apertura è da martedì a venerdì 10.00-13.00 e14.00-18.00; sabato e domenica 10.00-13.00 e14.00-19.00; lunedì chiuso. Il biglietto d'ingresso costa 10 euro, comprensivo della visita guidata, ridotto 8 euro, gratuito per bambini fino ai 12 anni, possessori Abbonamento Musei e Torino + Piemonte Card; disabili + 1 accompagnatore; guide turistiche; giornalisti con tesserino. Il sito web, con tutte le informazioni per organizzare la visita al Museo e alle mostre in corso (in questo periodo non perdetevi Fascino e splendore della porcellana di Torino!), è all'indirizzo www.fondazioneaccorsi-ometto.it.


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